Si pensa spesso alle recenti, e ormai stranote, definizioni che sono state appioppate ai disoccupati da parte dei nostri politici. Dallo storico "bamboccioni", all'inclemente "sfigati" per arrivare all'infausto "viziatelli".
Tutto ciò genericamente suscita rabbia e disapprovazione, ma meriterebbe invece una seconda chance se visto come un'abile mossa, molto diplomatica, da parte del nostro passato stuolo politico.
Basta pensare ai telegiornali, che continuano a lucrare con storie vintage come quella della Orlandi o della Cesaroni o soap opera come la storia di Sara Scazzi che, se non fungessero da diversivo per spostare l'attenzione dei telespettatori dalle reali condizioni drammatiche e suicide in cui versa il nostro Paese, non si ricorderebbe più nessuno.

"Loro" sparano a zero, fanno pessime figure, danno definizioni improbabili e offensive e lo fanno apposta, consapevoli che verranno giudicati e ricordati solo per questo, che in definitiva rappresenta il loro male minore.
Riescono così indisturbati a rovinare i sacrifici di chi li ha preceduti, di chi ha costruito un Paese dal caos e gli ha dato una Costituzione, " la più bella" secondo alcuni, annientando capisaldi come la pensione, il diritto al lavoro, il diritto ad avere una famiglia, il diritto a credere di poter costruire autonomamente la propria vita.
A questi politici va il mio encomio e le mie congratulazioni per aver così ben dissimulato, fino ad ora, che l'Italia sia, non in caduta libera, bensì in ginocchio, umiliata e stremata.
E quando i nodi vengono al pettine, si deve cambiare tutto e farlo in fretta per evitare che l'italiano medio, tra una partita, un programma di cucina e una pizza mangiata in ristoranti, sempre pieni, si accorga di quello che sta succedendo.
Arrivano i saggi e poi un nuovo governo che ritiene la riforma della Signora Fornero totalmente da ristrutturare. Ammettere i propri è errori è già un inizio.
Sembra quasi una beffa pensare che il successore di Elsa, il ministro Giovannini, sia noto in virtù della sua competenza sulla misurazione del benessere. Forse è proprio in base al suo background che ha formulato il concetto secondo il quale il lavoro sia "la priorità delle priorità".
Un bel passo avanti rispetto a chi riteneva che il lavoro, soprattutto quello fisso, fosse un capriccio.
Il nuovo ministro non è certo uno sprovveduto e vivendo in un mondo statistico avrà fatto le dovute considerazioni prima di accettare un incarico così importante e oneroso.
Certo è che la nuova manovra, la cosiddetta "staffetta generazionale" ricorda tanto i famigerati giochi aziendali a cui partecipava il ragionier Ugo Fantozzi.
La nostra speranza in questo momento è quella di non cadere dalla padella alla brace: ieri ci ritrovavamo tutti di fronte al televisore a seguire le peripezie amorose del cavaliere. Speriamo domani di non trovarci alla visione forzata della corrazzata Potemkin.
L'unica cosa certa è che noi, come Fantozzi, subiamo ancora.
Questi politici sono dei grandissimi criminali ! con accordi presi con gli industriali , hanno messo in ginocchio l' italia , la politica andrebbe rasa al suolo ed eliminata , passando alla democrazia diretta .
RispondiEliminaL' italia non è uno stato ma un agglomerato di dipendenti della massoneria e del nwo .
Gli italiani si devono svegliare , non facendo rivoluzioni , ma rimandendo fermi senza fare nulla , creando così la prima protesta civile .
Non servono atti di ribellione anzi mettendo a rischio anche le vite della polizia , piuttosto smettioamo TUTTI di fare ciò che facciamo tutti i giorni , mettiamo le braccia conserte .
Questa sarebbe la prima cosa giusta che l' italiano farebbe nella storia