martedì 17 marzo 2020

C'erano un francese, un americano e un inglese che si chiedevano dove fosse il tedesco. E poi scoppiò la guerra "sanitaria"

La mattina del 1° gennaio 2020 il presidente americano Trump twitta un messaggio di buon anno molto lontano dai buoni auspici legati a questa ricorrenza: "L'Iran sarà ritenuto pienamente responsabile delle vite perse o dei danni subiti in qualsiasi delle nostre strutture. Pagheranno un prezzo salato! Questo non è un avvertimento, è una minaccia. Felice anno nuovo!"

Lo stesso giorno, qualche ora dopo, la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, risponde a Trump con un nuovo tweet: "Se la Repubblica islamica decide di combattere, lo farà in modo inequivocabile. Non cerchiamo le guerre, ma difendiamo con forza gli interessi, la dignità e la gloria della nazione iraniana. Se qualcuno li minaccia, ci confronteremo senza esitazione e lo colpiremo. Se gli Usa attaccheranno ancora cancelleremo Israele".

Alcun giorni dopo arriva la risposta compatta da parte dell'Europa: "Chiediamo all'Iran di ritirare tutte le misure che non sono in linea con l'accordo sul nucleare", dichiarano congiuntamente la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Boris Johnson.

A fine gennaio scoppia l'emergenza Coronavirus e i quattro Paesi più colpiti al mondo, dopo la Cina in cui si suppone che il focolaio si sia sviluppato, sono: Iran, Israele, Corea del Sud e Italia.
Qualche sospetto questa mappa virale lo desta. Ma anche la mappa elaborata dalla Johns Hopkins University per tracciare l’epidemia del nuovo Coronavirus: in questa, agli occhi più attenti ma anche a quelli più miopi, a Taiwan viene cambiato in nome in Taipei, facendola diventare di fatto una provincia cinese. Una svista, di sicuro, che però coincide guarda caso con la posizione geopolitica cinese sull'isola in questione.

Ieri, 16 marzo, il Presidente francese Macron ha annunciato misure restrittive anche in Francia, le stesse che in Italia sono in atto quasi da fine febbraio, dichiarando: “siamo in guerra sanitaria”.
Macron afferma che il paese è in guerra non contro soldati, ma contro un nemico invisibile. Trump afferma che la situazione non è sotto controllo e il virus è un nemico invisibile. Tutte le nazioni fanno appello all'unità nazionale» per sconfiggere la pandemia.

Sospeso Schengen, soppressi i voli verso il vecchio continente, ognuno a casa sua ma non per i cittadini britannici perché “sono cittadini europei quindi, naturalmente non ci sono restrizioni per i cittadini del Regno Unito che viaggiano verso il Continente” afferma la von der Leyen.
Dunque, “c'erano un francese, un americano e un inglese” ma che fine ha fatto il tedesco? Il governo tedesco si rifiuta di pubblicare il numero reale di contagi, limitandosi ad avvertire che il 70% della popolazione potrebbe contrarre l’infezione. Eccessiva privacy per i propri Lander o un grande legame mercantilistico della Nazione?

In amore si sa, vince chi fugge e il tedesco della “barzelletta” ormai disamorato dall'America, è fuggito con il suo nemico, pensando di poter ormai fare a meno di lei. Nel frattempo in Turchia l’ex ministro dell’Economia Ali Babacan, ha annunciato la nascita del suo nuovo partito, Deva: parola che significa “rimedio”. Sicuramente sarà un caso.

Ah Berlino, sotto il tuo cielo ne vedremo ancora, di nemici invisibili.

martedì 22 ottobre 2019

Tenterò ancora, sbaglierò meglio

Dicono che quando ti svegli alle 3 di notte hai qualcosa in sospeso da risolvere. Quando diventa una prassi, mi chiedo, quale strana equazione di vita possa aspettarmi.

Così mentre lei dorme in camera sua nel letto di suo fratello e suo fratello dorme nel mio letto, io alle 3 puntuale, da ormai 1 settimana, mi alzo e inizio pensare. La fase sta diventando evolutiva. Prima mi fermavo in cucina a bere una camomilla o qualsiasi tisana pescassi da quel barattolo senza fondo. Poi mi sedevo sul divano ad osservare la tv, spenta perchè altrimenti, e non sia mai, tutti si svegliano. Poi sono arrivati i pensieri, che mi aspettavano lì tipo vampiri attendendo solo, come vuole la prassi, che li invitassi a entrare.

Per qualche sera ho avuto profonde meditazioni con alcuni di loro: "amori"sbagliati, lavoro che a volte ti sembra si fermi a un bivio e non sai se devi stare ferma e chiudere gli occhi e lasciare che tutto si aggiusti, la famiglia che da una parte cresce troppo in fretta e che dall'altra anche e mi ritrovo a pensare a quando mi pentirò di non aver saputo gestire meglio le situazioni, i sentimenti, le carezze.

Il vampiro di questa sera si è seduto vicino a me, già sazio per essersi nutrito di altri incubi in altre case, mi ha suggerito di scrivere che cosa vorrei fare, per poter distinguere le preoccuazioni dai sogni nemmeno nati, che sono quelli che più di tutti creano quel senso laconico di vuoto.

Cosa vorrei? Anche se non devo scegliere per Natale? Vorrei poter viaggiare una settimana sì e una no, per lavoro e non per vacanza, perchè il fine stesso di viaggiare per me è scoprire, scrivere, raccontare. Vorrei che su 5 viaggi, almeno in 4 i miei figli fossero con me. Vorrei che su 5 viaggi almeno in 3 anche mia mamma venisse con noi. Vorrei portare i bambini a Salem, in America per Halloween, la loro festa preferita, così vedrebbero che e decorazioni dl Lidl che la mamma gli mette in casa sono un mero palliativo alla festa che più di tutte preferiscono.

Vorrei fare un safari e alloggiare in una lodge su una sequoia gigante, dove al mattino quando ti svegli vedi tutta la savana che si riunisce intorno all'acqua, vorrei vedere di nuovo un tramonto e un'alba africana.

Vorrei saper scrivere bene, trasmettere passione e non solo informazioni. Potrei scrivere dei due Mattei e fare un articolo perfetto, ma sarebbe freddo, enciclopedico, sarebbe tecnico e non mio. Vorrei ritrovare la stessa passione nello scrivere di quando pubblicavo articoli su Monti e la Fornero e li sentivo talmente ostili da riuscire a far emergere da ogni parola le mie emozioni. Ma era un'altra vita. Ecco vorrei ritrovare l'emozioni, per riuscire a scrivere ancora e trasmettere quella magia che lega le parole, così come io la immagino mentre sono alla tastiera.

Vorrei ritrovare le emozioni per fidarmi delle persone, per non tenerle lontane, per dargli una possibilità. Non esisstono solo brutte persone, o meglio, quelle che potevo conoscere, a tutti i livelli, ormai le ho conoscite tutte e mi chiedo di cosa possa avere paura ora che la piazza è pulita.

Il mio vampiro di questa sera ha detto che sono troppo noiosa, riflessiva, ma senza metodo. Che tutte queste parole sono macchie nere senza grandi significati. Che ho scritto 100 righe ma ne bastavano forse tre per trasmettere come mi sento.

Lo so ha ragione, ho sbagliato. Tenterò ancora, sbaglierò meglio.

martedì 15 ottobre 2019

I "bambini mai nati" vivono ogni giorno, sull'isola che c'è

Può veramente esistere un giorno per festeggiare i bambini mai nati? Che siano cresciuti, vissuti o rimasti delle piccole cellule, ogni bambino ha vissuto.

Ci sono i bambini mai nati frutto di un sogno infranto, di una mamma e di un papà che li hanno desiderati tanto, ma non sono mai riusciti a incontrarli. Piccole luci che si sono affievolite invece di diventare dei falò, ma senza mai spegnersi del tutto. Quelle piccole lucciole sono sempre vive e accompagnano ogni giorno i pensieri dei loro genitori, come una parte di sé che è rimasta lì, in qualche modo.

L'intralcio di una svista, che ha creato bambini mai nati non voluti da qualcuno, che sono stati disinnescati come fossero una bomba a orologeria pronta ad esplodere e “rovinare le vite” di chi l'aveva congegnata. Il pericolo dell'esplosione è passato, ma ogni anno, in quel mese, ci si trova a pensare alle candeline che avrebbe spento quel bimbo, se sarebbe stato maschio o femmina, se sarebbe andato bene a scuola, se avesse giocato a calcio, se ci avrebbe amati.

Bimbi che hanno scelto di rimanere solo un ricordo, che non si sono sentiti di affrontare la vita e che la natura ha fatto tornare indietro, perché non erano ancora pronti.

Bimbi sconosciuti, che sono stati lì per qualche giorno, senza che nessuno se ne accorgesse, come clandestini a bordo di una nave, e che poi sono semplicemente approdati altrove, senza scuotere le menti, la coscienza, il cuore.

Idee che avevano la forma di bimbi, che sono stati cercati come un tesoro, come un sacro Graal, come Colombo cercava le Indie, ma che continuano a vivere, forti come macigni, nella speranza.

Chiunque abbia perso un bambino, per decisione o per volere della natura non lo considererà mai un “non nato”. E' stato vivo, è stato una persona a cui abbiamo rivolto emozioni forti, pensieri, paure, angosce, rabbia, frustrazione, amore. I bambini mai nati non esistono, sono tutti vivi nei pensieri di una mamma che, anche se solo per poche settimane li ha accompagnati in un viaggio che non è mai terminato.

domenica 24 marzo 2019

Arrivano puntuali come le tasse: le feste di compleanno

Le feste di compleanno degli amici dei vostri figli. Cosa c'è di "meglio"? Solo le feste di compleanno dei vostri figli, perché in questo caso sarete le uniche responsabili, oltre che le uniche a pulire disastri di dimensioni bibliche.

Ma andiamo per ordine. Tutto inizia quando accompagnate i vostri bambini all'asilo e intravvedete con la coda dell'occhio un biglietto dall'aria sospetta nel vostro spazio per le comunicazioni. Con la fretta di far entrare i bimbi in orario non ci fate caso, ma quando uscite lui è ancora lì ad aspettarvi.
E già sapete che o sarà un sollecito di pagamento o un invito.
Cerchiamo di parlare chiaro: tutte (credo) le mamme sono felici quando i propri figli vengono invitati alle feste dei compagni perché vuol dire che socializzano, che si trovano bene, che hanno amici. Ed è tutto molto bello fino a quando non vi giunge come un flash il ricordo di altre feste: orde barbariche di quatrenni e cinquenni che si trasformano nei gormiti del male tra un gonfiabile e l'altro, mentre voi ne perderete traccia e controllo.

L'atteggiamento delle mamme veterane è sempre quello di lasciar correre: “Finché non lo sento piangere davvero lo lascio fare perché sono solo capricci” ed è così fino a quando il bimbo in questione non arriva con lacrime vere e con un dente rotto (si spera sempre sia il suo) in mano.
Le madri meno esperte sono quelle che non spengono mai il “cerca-bambino”: non li mollano né nella piscina alta 2 centimetri e piena di palline di plastica, né tanto meno su cavallo a dondolo. E sul tappeto elastico? Vanno con loro ovviamente.

Generalmente però si creano i soliti gruppi di mamme, quelle chiacchierone, quelle disperatamente stanche, quelle che parlano di cucina e quelle che ascoltano e non dicono una parola in tre ore perchè sotto shock. Il tutto mentre la mamma organizzatrice gira come una scheggia impazzita tra il rinfresco, l'accoglienza di amici e parenti e la perenne preoccupazione della torta, che affligge tutte.
La mamma che organizza la riconosci anche se non fai parte della festa: è quella che si era fatta la piega ai capelli ma una volta entrata all festa sembra essersi pettinata con i petardi. E' talmente stanca che spesso cammina a testa bassa e con il fiatone, nemmeno fosse una reduce di "The Walking dead".
Attenzion però: quando arriva il momento della torta la mamma che festeggia si esclissa. Nessuno è ancora riuscito a capire cosa succeda in quel lasso di tempo che inizia con le foto di rito e lo scartamento dei regali, ma la mamma scompare. Riappare quasi a fine festa per rimettere tutto a posto, raccattare quanto di papabile possa portare a casa come cena, perché con le forze in dotazione non sarebbe in grado nemmeno di preparare il finto piatto che a volte “vende” ai figli come prelibatezza di Carlo Cracco: latte e biscotti.

Le feste di compleanno sono momenti unci per i vostri bambini, che ricorderanno per tutta la vita, tra botte, risse, cadute dallo scivolo gonfiabile gigante, ansia del mago e a volte truccabimbi troppo avveneristici, ma per loro rimane sempre un evento strepitoso: un capodanno tutto l'anno.
Per le mamme....fa piacere poter condividere gioie e dolori con le proprie “colleghe”, ma non fate l'errore di pensare alle feste che fino a qualche anno fa vi vedevano protagoniste come regine della pista. Fatevene una ragione: gonfiabili, truccabimbi e bimbi selvaggi is the new Cocoricò.

http://www.sanremonews.it/2019/02/17/leggi-notizia/argomenti/vita-da-mamma/articolo/vita-da-mamma-le-feste-di-compleanno-tanto-lo-sapete-che-prima-o-poi-sara-il-vostro-turno.html

venerdì 8 marzo 2019

Dati alla mano da una parte e mazzetto di mimosa dall'altro, auguri a tutte le donne, oggi come nei restanti 364 giorni dell'anno

L'Italia il “Paese delle meraviglie,” per molti, ma non per tutti, tantomeno per le donne. Una frase fatta sì, ma anche e soprattutto un dato Istat. Secondo la tradizione oggi è la giornata dedicata al “gentil sesso” e nemmeno la provincia di Imperia, che mi interessa di persona e che può essere presa a "non modello" per le altre,  è esente dall'invasione della mimosa, simbolica o reale.


A conti fatti, cosa c'è realmente da festeggiare in un Paese che ha ideato le “quote rosa” per giustificare il fatto che una donna abbia gli stessi diritti di un uomo? C'è chi la considera una grande emancipazione, così come chi la considera un'offesa ad un diritto che dovrebbe essere naturale. Tutto è opinabile ad eccezione delle statistiche che parlano fin troppo chiaro.

Prendiamo la politica: in provincia di Imperia su 66 comuni sono 'ben' 6 quelli che vedono un sindaco donna. La media nazionale si attesta sul 13.51%.

Passiamo al reddito e ai salari. Secondo un recente articolo de 'Il Sole 24ore', il reddito medio in Liguria è pari a 21.920 euro: gli uomini hanno un reddito medio di 25.939 euro, le donne di 16.664 euro. Quale provincia chiude la classifica ligure come Cenerentola della situazione? Imperia, con 16.631 euro.

Mamma o Papà a casa con i bambini? Anche il congedo parentale, che include anche i padri, parla chiaro: nell'ultimo anno solo l'8% dei papà ha richiesto la possibilità di usufruire di astenersi dal lavoro per stare a casa con i figli. A livello nazionale si parla di 11%, quindi la situazione non è molto diversa.

Un dato insignificante forse, ma che dà da pensare: sul portale dedicato ai comuni d'Italia, provate a cercare quale sia la percentuale delle donne in provincia di Imperia. Dovrete fare un calcolo perché al momento i soggetti considerati sono solamente i 'MASCHI', che ad onor di cronaca sono il 48,1%.

Concludiamo con un dato talmente grave da venir dato quasi per scontato: le denunce allo sportello antiviolenza della nostra provincia. Nel 2017 sono state 86 le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza, 81 delle quali hanno poi affrontato un primo colloquio. Sono 57 quelle prese in carico dal Centro per assistenza psicologica e legale con i percorsi previsti. Nel 2018 sono state 103 le donne che hanno contattato e 70 sono state prese in carico con i servizi offerti dal Centro.

Dati alla mano da una parte e mazzetto di mimosa dall'altro, auguri a tutte le donne, oggi come nei restanti 364 giorni dell'anno.

(Il mio articolo anche su http://www.sanremonews.it/2019/03/08/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/oggi-e-la-festa-della-donna-ma-ce-realmente-qualcosa-da-festeggiare-no-secondo-le-statistich.html)

mercoledì 24 ottobre 2018

Gli uomini odiano ancora le donne

Dire Donna vuol dire danno, e altri luoghi comuni.
Oggi non è la festa della donna, non è una giornata mondiale per festeggiarci e non è un evento da congressi o convegni. E' solo una giornata come le altre in cui qualche volta arrivi alla sera stanca e hai voglia di sfogarti, ma poi lasci perdere perché tanto il giorno dopo sarà tutto uguale.

Ci sono violenze che finiscono in tribunale, altre in ospedale, altre che ti portano direttamente in un aldilà. Poi ci sono quelle cosiddette violenze minori, come quando ti fanno una battuta spinta e tu sei a disagio e non sai rispondere.
Come quando se confidi ad un amico che tutti ci provano, lui, che a sua volta ci ha provato ti dice: "colpa tua, sei tu che ti poni in un atteggiamento sbagliato, che induce gli uomini a provarci". Un po' la stessa situazione di quando ti metti la gonna e ti violentano e ti dicono che te la sei andata a cercare.
Un po' come quando sei separata e allora gli uomini non ancora separati, ma con la famiglia perfetta pensano di vedere in te carne da macello. Non esistono più nemmeno rose (che tanto non piacciono a nessuno), o inviti a cena, che costano troppo, o almeno un finto corteggiamento. No. Esistono messaggi, non telefonate perché a voce è più difficile dire delle porcherie. Messaggi dove ti dicono dei loro istinti, di dove e come vogliono cedervi e di come tutto dipenda da te e delle tue colpe in caso non lo facessi. E di come soprattutto ti stiano facendo un favore, perché tanto hai quasi 40 anni, sei sola e nessuno ti si prenderebbe comunque.
Un po' come quelli che fanno finta di affezionarsi, ma poi avevano solo bisogno di un piacere, per il tuo lavoro, per la tua posizione, per il colore della tua pelle. Di quelli che una volta avuta l'informazione si alzano da tavola e se ne vanno, lasciandoti il conto da pagare. Perché fuori li aspetta l'altra della serie delle meschine. Un conto molto salato.
Un po' come quando hai un buon lavoro e ci sei arrivata con talmente tanti sacrifici che non ricordi nemmeno più quanti. Ma c'è sempre il 'mezzuomo' che dice che i tuoi meriti sono di tutt'altra natura. C'è sempre chi ti darà della poco di buono per il semplice fatto che una donna non può avere una buona posizione a meno che non si sia venduta.
Un po' come quando sei l'unica donna in un gruppo e pensano tu sia la parte debole e per qualsiasi cosa che non va tu sei la colpa, il male. Perché sei sensibile, sei attenta, sai stare al tuo posto. Insomma sei una donna.
Ci sono momenti in cui senti l'esigenza di avere quel padre, quel fratello maggiore, quel migliore amico che arrivi al momento giusto, che ti porti via di li e che a questi "uomini" li guardi come si possono guardare delle pozzanghere di fogna, come a dirgli: tu stai lontano perché sei talmente sporco dentro e fuori, che questa persona non puoi nemmeno permetterti di guardarla negli occhi.
Abbiamo bisogno di questi salvatori, sinceri che lo facciano per noi e per nessun altro. Perché chi ci ha portato a farci sentire brutte, inutili, da roulette, a loro di queste parole non interessa niente. Perché non esiste più una morale. Non per le donne.
Auguro a tutti quelli che hanno trattato e trattano le donne come spazzatura, come fogna dei loro desideri, come specchio di bugie in cui guardarsi per sentisi migliori, che alle loro figlie capitino esattamente "uomini" come loro.
Auguro a tutte le donne che sono state trattate come avanzi di supermercato, di quelli da buttare via, di avere al loro fianco un amico, che le difenda e che ci sia quando non ne possono più. Quando piangono soprattutto, perché la cattiveria delle persone diventa veleno.
Auguro a tutte le donne che sono convinte che la persona con cui stanno, sì, ha tradito in passato, ma adesso con loro è diverso perché loro si sanno cambiare, che abbiano ragione, perché sarebbero l'eccezione che conferma la regola.
Auguro a tutte le donne di riuscire in tutto quello che fanno e quando verranno additate dagli uomini come "amica di " o "amanti di" di essere dotate un enorme caterpillar e di asfaltarli tutti, uno dopo uno. Perché siamo nel 2018, quasi 2019 e ancora oggi gli uomini hanno paura di noi.

martedì 7 marzo 2017

Non regalate mimosa, ma un po' di rispetto


La festa della donna non è tutti i giorni e non è nemmeno l'8 marzo. Se con il rametto di un fiore giallo, nemmeno troppo profumato, pensate di nobilitare il genere femminile allora la storia dal tempo di Eva, del serpente e della mela non è cambiata molto.

La mimosa lasciatela sugli alberi, a portare la primavera, a colorare i giorni che iniziano ad allungarsi, ma alla donna regalate un po' del vostro rispetto.

Come quando una donna cammina per la strada e riceve fischi o commenti volgari. Come quando sul lavoro le donne vengono considerate il ruotino di scorta. Come quando su un totale di 8.179 comuni in Italia, 887 sono guidati da sindaci donna. Come quando sull'autobus allungate una mano, perché tanto una toccata alla donna fa sempre piacere. Come quando invitate una donna ad incontrarvi con la scusa di parlare di lavoro e poi ci provate. Come quando “scegli o fai la mamma o fai carriera”. Come quando pensate che le donne vengano scelte come da un banco di vestiti usati sul mercato. Come quando sfogate la vostra rabbia e al posto del trucco le fate un occhio nero. Come quando pensate che una donna si senta tale andando a vedere uno streap, dove l'uomo diventa l'esca. Siete voi a compiacervi di questo ruolo, non noi.

Le donne non sono una categoria: sono persone. La prossima volta che vedrete una mimosa, lasciatela dove si trova e magari ricordatevi che un po' di rispetto è il regalo migliore e meno atteso.

C'erano un francese, un americano e un inglese che si chiedevano dove fosse il tedesco. E poi scoppiò la guerra "sanitaria"

La mattina del 1° gennaio 2020 il presidente americano Trump twitta un messaggio di buon anno molto lontano dai buoni auspici legati a q...